Questo blog nasce con l'umile intento di commentare alcune delle tante notizie che interessano l'infinito mondo del settore immobiliare.



venerdì 9 dicembre 2011

Istat: con Imu in difficoltà un terzo delle famiglie.

Fonte ANSA. L'Imu, cioe' la nuova Ici, ''aggrava la condizione economica'' delle famiglie a rischio poverta', cioe' quelle non in grado di fronteggiare spese impreviste di 800 Euro, che sono il 33,6% del totale. Lo ha detto il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.'''In Italia - ha spiegato Giovannini - sono quasi 18 milioni le famiglie proprietarie di un'abitazione (circa il 71%). Mentre tra le famiglie non a rischio di poverta' la quota di proprietari e' del 74,7%, tra le famiglie 'a rischio' la quota scende al 56,4% per cento e si riduce ulteriormente al 47,4% nel caso essa sia composta da cinque o piu' componenti''. Tra le famiglie a rischio ''coloro i quali hanno come fonte principale la pensione o trasferimenti pubblici sono proprietari di casa nel 69,4% dei casi'' cioe' circa 1.600.000 famiglie, sulle quali, il pagamento dell'Imu ''puo' far aumentare ulteriormente il rischio di poverta'''. ''Tra le famiglie proprietarie o usufruttuarie dell'abitazione di residenza - ha aggiunto Giovannini - infatti, 1 milione 51 mila rientrano tra quelle che dichiarano di avere difficolta' a sostenere una spesa imprevista di 800 euro: quasi 800 mila non rientrano tra quelle attualmente considerate a rischio di poverta', e 271 mila gia' in condizioni di rischio''. C'e' poi un problema specifico degli anziani: ''a parita' di livello di reddito familiare, in particolare tra le povere, le famiglie di e con anziani mostrano percentuali di proprieta' dell'abitazione decisamente piu' elevate rispetto alle famiglie di giovani e a quelle con figli minori. Tra i single a rischio poverta' di 65 anni o piu' i proprietari dell'abitazione rappresentano il 74%, quota che arriva all'81,8% tra le coppie di anziani. Al contrario, tra le famiglie non anziane, le percentuali scendono al 41,9% tra i single e al 55,5% tra le coppie''.

sabato 26 novembre 2011

Ecco come possono cambiare le tasse sul mattone.

Questo in sintesi l'articolo comparso qualche giorno fa su La Repubblica:

Imu, rivalutazione delle rendite, riforma degli estimi. Il pacchetto casa si arricchisce di nuove ipotesi ripartendo dalla proprietà per ridare fiato a lavoratori e imprese e alleggerire così Irpef e Irap.

Vale 60 miliardi ed è nascosto negli oltre 33 milioni di unità abitative esistenti in Italia (di cui 30 intestate a persone fisiche). A tanto ammontano le tasse annue sugli immobili - Irpef, imposte indirette sui trasferimenti e Ici - che lo Stato potrebbe recuperare se aggiornasse le rendite catastali (base di calcolo di quelle imposte) e riportasse così il valore di abitazioni, pertinenze e altri fabbricati a quello di mercato.

Valore che nel 2009 era pari a circa 3,7 volte il corrispondente fiscale. Per colmarlo si dovrebbe mettere mano a una rivoluzione: la riforma delle tariffe d'estimo, ferme al 1990 (ma per legge si dovrebbero rivedere ogni dieci anni) e dunque ai prezzi e alla redditività delle abitazioni del 1988-89 (leggere a tal proposito il comunicato Ansa del 24/11).

Ma è a questa rivoluzione che il governo Monti potrebbe puntare. Per riequilibrare e adeguare - guardando all'equità - il contributo dei proprietari di immobili alla fiscalità generale. Che appunto vale 60 miliardi (precisamente 59,858 miliardi), secondo quanto calcolato dal tavolo guidato da Vieri Ceriani, funzionario
generale di Bankitalia, e composto da 31 sigle del mondo produttivo e sindacale, in vista della riforma fiscale.
La "rivoluzione" degli estimi - lunga nella sua gestazione, si parla di anni - non esclude tuttavia il pacchetto complessivo di interventi, a cui probabilmente si accompagnerà: dalla reintroduzione dell'Ici sulla prima casa, trasformata in Imu (Imposta municipale unica, anticipata al 2012, aliquota del 6,6 per mille, abbinata alla Res, l'imposta su Rifiuti e servizi al 2 per mille), fino a una più immediata e spendibile rivalutazione delle rendite.

La sola Ici vale 3,5 miliardi l'anno di gettito aggiuntivo. Con le rendite elevate del 50 per cento (oggi la percentuale di rivalutazione è ferma al 5 per cento) siamo a 11,2 miliardi. Del 100 per cento, a 20 miliardi. Del 150 per cento a 28,3 miliardi. Aumenti che, nelle ipotesi circolate finora, dovrebbero comunque essere mitigati, quasi calmierati, per tener conto del reddito complessivo del contribuente o del numero di immobili posseduti. Proprio per restituire "equità" a un prelievo di certo non gradito - visto che il 79 per cento delle famiglie italiane è proprietario di casa - e che oggi esclude proprio le prime case.

Aggiornare i valori catastali, in un modo o nell'altro - rivalutandoli o adeguandoli al mercato - vuol dire accrescere in modo proporzionale i relativi tributi. La rendita dell'immobile - anche ora che l'Ici sulla prima casa non si paga - va comunque dichiarata e fa lievitare il reddito complessivo del contribuente. A una rendita maggiore, corrisponderà una base imponibile maggiore (ed è per questo che il tavolo di Ceriani include anche le rendite non aggiornate tra le forme di "erosione" fiscale).

domenica 13 novembre 2011

A Milano niente condono, i loft fuorilegge non sono convenienti.

A Milano è ormai sempre più difficile mettere sul mercato un ex laboratorio cercando di venderlo come loft se non si ha l'abitabilità. Eppure c'è sempre qualcuno che ci prova. Ad oggi i loft fuorilegge sono tanti. Il punto è che un loft accatastato C/3 per abitarci è un'autentica follia dal punto di vista fiscale.
Lo ha detto e ripetuto l'assessore all'urbanistica di Milano, Ada Lucia de Cesaris: "per me sono immobili da non acquistare. non intendiamo sanare le posizioni pregresse né concederemo indiscriminati cambi d'uso" e se "i requisiti abitativi vanno rispettati" come dice l'assessore, coloro che già abitano immobili non adibiti ad abitazioni, "non potranno evitare di farsi carico dei costi, perché sarà ben difficile rivalersi su chi aveva venduto loro l'abitazione".
Nel piano del territorio, infatti, non rientra un'ipotesi di sanatoria di questi immobili, mentre ci sono migliaia di famiglie milanesi che sono state prese in giro da imprenditori che hanno venduto immobili privi di idoneità residenziale facendo credere agli acquirenti che il condono sarebbe presto arrivato.
Per questo oggi, dopo i chiarimenti del Comune di Milano in proposito, funziona sempre meno vendere un loft, come spiega Lionella Maggi, presidente milanese di Fimaa Confcommercio. "I primi loft erano offerti a prezzi molto bassi rispetto alle abitazioni, considerando la doppia altezza che rende soppalcabile l'immobile e questo ha portato le persone a "provarci" pensando che il gioco valesse la candela. finché addirittura i prezzi dei loft non sono saliti fino a toccare quelli delle case, e interessano sempre meno".
In ogni caso resta il fatto che acquistare un laboratorio accatastato C/3 per abitarci è una follia dal punto di vista fiscale. Se si compra un C/3 da un privato si paga il 10% del valore reale, pari a 30mila euro di imposte di trasferimento. Se si compra da un'impresa si sconta l'iva al 21%. Se si viene scoperti si rischia inoltre sanzioni pari alla differenza tra il valore venale di un laboratorio e quello di un'abitazione.

Articolo comparso su idealista.it

sabato 15 ottobre 2011

Atti notarili online nelle maggiori città italiane.

Gli atti notarili viaggiano sul web. Il direttore dell'Agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno, e il direttore generale della Giustizia Civile del Ministero, Maria Teresa Saragnano, hanno firmato un provvedimento per estendere la facoltà di trasmissione telematica dei documenti, in via sperimentale, agli Uffici provinciali di Torino, Roma, Milano e Napoli. Un progetto analogo è stato avviato il 29 dicembre 2010 negli uffici di Bologna, Firenze, Lecce e Palermo e ha spostato sul web tra il 45% e il 55% delle trasmissioni per i servizi di Pubblicità immobiliare. L'iniziativa, che vede la collaborazione del Consiglio nazionale del notariato, riguarda l'invio di copie autenticate di un atto notarile predisposte per intero con strumenti informatici e con l'uso della firma digitale. Per ogni nota trasmessa, l'Agenzia del Territorio restituisce, sempre sul web, un certificato di eseguita formalità provvisto anch'esso di firma digitale. In caso di malfunzionamenti, l'Agenzia assicura comunque l'eseguibilità degli adempimenti, in forma cartacea.

Chissà quando si potrà accedere con semplicità e trasparenza alla consultazione degli atti...

domenica 9 ottobre 2011

Condividere casa.

Chi ha detto che a condividere un appartamento sono solo gli studenti universitari? Ormai, da qualche anno, soprattutto nelle grandi città, il fenomeno della condivisione sta diventando una necessità anche per i giovani non più studenti ma che hanno redditi troppo bassi per permettersi da soli un mutuo o un affitto.

Secondo quanto contenuto in un articolo comparso sul portale idealista.it nell’ultimo anno le richieste di stanze da affittare in condivisione con altri inquilini sono aumentate del 327% mentre l’offerta fa registrare un aumento dell’85%.

“Da fenomeno tipicamente studentesco, negli anni la coabitazione è divenuta un trend tra gli under 35 - dice Vincenzo De Tommaso, responsabile ufficio studi di Idealista.it -. La crisi picchia duro sulle nuove generazioni, così l’affitto in condivisione è divenuta l’unica strada da percorrere per un giovane che vuole lasciare la casa dei propri genitori”.

Quanto costa affittare una stanza? Nel capoluogo meneghino una stanza in media costa 442 euro con punte di 800 euro al centro o nelle zone più ambiate (Navigli-Bocconi, Garibaldi-Porta Venezia e il centro storico), a Roma si pagano per una stanza circa 404 euro mensili fino ad un massimo di 700 euro nella zona centrale. A Firenze ci vogliono in media 336 euro per prendere una stanza, a Bologna 307 e a Torino 301 euro. In fondo alla classifica, tra le città più economiche si trova il capoluogo siciliano, dove affittare una stanza costa circa 179 euro al mese.

Se la condivisione di una stanza è diventata una consuetudine da parte dei giovani per risparmiare, gli anziani invece cercano di monetizzare il loro immobile attraverso la vendita di nuda proprietà.
Un escamotage, questo, che ha visto una crescita del 6% durante il 2010 nelle 10 grandi città italiane e che secondo un'indagine svolta da Scenari Immobiliari dovrebbe aumentare fra il 4% e il 7%. Un effetto combinato sia dalla domanda di risparmiatori che vogliono investire il proprio capitale acquistando un appartamento ad un prezzo decisamente inferiore e all’offerta di proprietari  anziani che cercano di trovare forme di integrazione al loro reddito visto che le pensione non basta più.

Nuda proprietà: in cosa consiste
La vendita in nuda proprietà consiste nella vendita dell’immobile pur continuando a viverci finché si rimane in vita: è come se la casa fosse divisa in due: da una parte l’usufrutto, il diritto di utilizzare la casa fino a che si è in vita, dall’altra la nuda proprietà, la proprietà senza il diritto di utilizzo. Alla morte dell’usufruttuario la nuda proprietà e l’usufrutto si riuniscono e si ricompone la piena proprietà. Sarà a questo punto che l’acquirente avrà il diritto di poter abitare la casa. Con questa forma di investimento immobiliare si può ottenere una riduzione del prezzo della casa che va dal 25%  fino al 40-50% rispetto alle quotazioni di mercato.

domenica 2 ottobre 2011

In provincia di Ancona ci si costruisce casa da soli.

Il 21 settembre l'ANSA riportava la notizia realtiva agli autocostruttori di Ancona impegnati nel progetto 'Le Mani per vivere insieme' e che, ormai da più di un mese, hanno iniziato a lavorare nel cantiere del Cesano dove entro l'autunno 2012 verranno realizzati 20 nuovi appartamenti. Un'esperienza unica nel territorio anconetano e che non solo sta dando risultati confortanti rispetto a due questioni sociali fondamentali - come quelli dell'alloggio e dell'integrazione multiculturale - ma che sembra andare oltre: "In questo cantiere - ha affermato Marcello Mariani (assessore provinciale al social housing) - non si stanno costruendo solo nuove case, sia sta costruendo soprattutto una nuova comunità".

Questa notizia mi ha colpito perchè si lega al discorso della ricerca di forme alternative del "comprar casa". Sono dell'idea che ai giorni nostri vi sia una forte divergenza tra quello che è il costo delle abitazioni e il reddito della popolazione. Sicuramente il recupero del "saper fare" e del costruirsi casa da soli come facevano i nostri genitori e i nostri nonni sarebbe un passo in dietro auspicabile oltre che contingente.

giovedì 29 settembre 2011

Formula anticrisi: affitti con diritto di riscatto.

In questo modo, società di costruttori affiliate alla Cna di Pontedera (Pisa) cercano di smaltire il parco immobiliare rimasto invenduto, diventando così una sorta di mediatori finanziari soprattutto per i possibili acquirenti che possono avere difficoltà a reperire capitali. Da segnalare il caso di San Romano dove è cominciata la vendita di abitazioni con la formula del pagamento del canone di affitto per quattro anni, cifra che verrà scalata dal costo complessivo dell'acquisto se si deciderà di comprare l'immobile. Per adesso l'operazione è agli inizi, ma viene reputata l'unica possibile per far fronte allo stallo in cui è caduto il settore immobiliare negli ultimi anni, complice anche le ristrettezze con cui le banche concedono mutui anche a chi ha contratti di lavoro a tempo determinato. L'obiettivo di Cna è quello di creare una vera e propria società finanziaria partecipata che offra garanzie ipotecarie e assicurative per facilitare l'accesso al credito, in cui convergano imprese, associazioni di categoria, istituti di credito, Regione Toscana e Camera di Commercio.

mercoledì 14 settembre 2011

Comprare casa su Facebook. Sarà la normalità?

Dai dati diffusi da Immobiliare. it emerge che il mercato degli immobili sul Web è cresciuto, anno su anno, del 39%. 

Interessante è poi scoprire che quasi un milione di italiani alle prese con questo tipo di ricerca comincia l'indagine da Facebook e non più solo dai siti di operatori specializzati. I risultati dicono che si tratta di persone che, di fatto, portano online il consueto modello del passaparola o la ricerca attraverso la propria cerchia di conoscenze. Chi pubblica o cerca annunci immobiliari sul social network è generalmente un utente alle sue prime esperienze on-line, che tende a voler stabilire un rapporto personale e, nella maggior parte dei casi, ha un’età superiore ai 35 anni.

La notizia non mi sorprende, del resto noto che in generale si presta più attenzione nel momento dell'acquisto del nuovo cellulare piuttosto che nella scelta della casa. La critica non è relativa allo strumento utilizzato (la rete) quanto all'atteggiamento (leggero) mantenuto in un momento importante nella vita di una persona o di una famiglia.

martedì 13 settembre 2011

Proprio così? Sì, è la casa dei sogni degli Italiani...

Attraverso l'analisi delle libere ricerche effettuate attraverso il motore di ricerca del portale Idealista.it sono state individuare le 10 tendenze che dovrebbero cambiare il concetto di casa. Nella lista compaiono infissi a taglio termico, pavimenti in resina, box doccia e vasca oltre al mini proiettore da portare di stanza in stanza e un terrazzo arredato con mobili di design... (consiglio a tutti il ripostiglio a soppalco! Ne ho uno nell'atrio notte ed è comodissimo). Dai risultati emerge che se da un lato la crisi e i prezzi alti hanno ridotto i metri quadri che ci si può permettere, dall'altro gli individui vogliono vivere in abitazioni più accoglienti, più organizzate e più economiche a livello di costi di gestione. Sarebbero, quindi, le caratteristiche qualitative a guidare l'acquisto della casa del futuro.

Propongo questi risultati con simpatia (per non dire con ironia). La mia idea di "casa del futuro" è ben diversa. I tempi bui costringeranno i più a rinunciare a fronzoli estetici e tecnologici. Anche se il Legislatore spinge per scelte sempre più ecologiche, la realtà di stipendi bassi e prezzi di acquisto alti è evidente agli occhi di tutti. L'emergenza abitativa esploderà a breve.


venerdì 9 settembre 2011

La valorizzazione delle caserme dismesse

Tra le misure introdotte dal D.L. 138/2011, la c.d. Manovra di Ferragosto, vi è il provvedimento relativo alla dismissione degli immobili della Difesa. I proventi saranno destinati per una quota del 55% al Fondo per l'ammortamento dei titoli di debito pubblico, per il 35% alla Difesa, mentre per il restante 10% agli enti locali interessati nei processi di valorizzazione degli immobili.
A tal proposito, a mio avviso, dovrebbero essere coinvolti in primis i Comuni affinché predispongano le linee guida per il recupero funzionale delle aree abbandonate (spesso di dimensioni notevoli) attraverso l’elaborazione di progetti unitari di massima, da realizzarsi eventualmente per stralci funzionali.
I Comuni dovrebbero altresì indicare le tempistiche entro cui avverrà l’immissione sul mercato dei sedimi, tenuto conto delle reali esigenze del territorio (valutazione del trend di crescita della popolazione, delle potenzialità produttive…) e in ogni caso escludendo gli inserimenti “massicci”. Devono in sostanza essere evitati fenomeni di “invenduto” o di mera “speculazione edilizia”.
Scomputando gli oneri di urbanizzazione si potrebbe favorire la realizzazione di spazi da destinare ai cittadini quali uffici pubblici, locali per le associazioni… Andrebbe quindi coinvolta la Comunità attraverso concorsi di idee o mediante collaborazioni con le Università.

domenica 4 settembre 2011

La pace fra i vari ordini prefessionali in tempo di crisi.

Andrebbe sicuramente a vantaggio di tutti l'armonia auspicata dal presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, Leopoldo Freyrie, con la sua lettera indirizzata ai Presidenti delle categorie professionali che si occupano di territorio e di edilizia. Occorre superare gli attriti per concentrare gli sforzi nella direzione del "fare sistema" perché il momento storico non perdona le vecchie logiche di guerre fratricide. 

mercoledì 31 agosto 2011

Gli immobili in Italia 2011

E’ stato presentato a Roma lo studio “Gli immobili in Italia 2011” a cura del Dipartimento delle Finanze e dell’Agenzia del Territorio, con la collaborazione della SOGEI.

Al di là dei risvolti statistici dell’opera ho molto apprezzato l’ambizioso obiettivo (dichiarato dalla Dott.ssa Gabriella Alemanno - Direttore Agenzia del Territorio) di puntare al “...miglioramento della qualità dei dati che sarà reso possibile dall’istituzione della “Anagrafe Immobiliare Integrata”, progetto che porterà ad una tendenziale coerenza delle banche dati del catasto e della pubblicità immobiliare, permettendo di unificare le informazioni inerenti la proprietà e i diritti reali sui beni immobili con la loro consistenza e descrizione catastale...”. Avremo quindi un Catasto (finalmente) probatorio?

Riporto qui di seguito un altro passaggio saliente contenuto nella presentazione dell’opera: “...importante obiettivo dell’Agenzia riguarda l’individuazione dei fabbricati mai dichiarati in catasto o che sono stati oggetto di variazioni non dichiarate dalla parte, meglio noti come “immobili fantasma”. Attraverso un innovativo processo di fotoidentificazione, basato sulla sovrapposizione delle ortofoto aeree ad alta risoluzione con la cartografia catastale, sono state individuate oltre 2.200.000 particelle di catasto terreni sulle quali sono state rilevate diverse tipologie di manufatti non presenti nelle banche dati catastali.
Su circa la metà di tali particelle, l’Agenzia ha già completato il controllo, che ha portato all’individuazione di più di 560.000 unità immobiliari urbane (di cui per il 35% abitazioni), la cui regolarizzazione ha prodotto un incremento di rendita catastale superiore a 415 milioni di euro. Per le circa 1.160.000 particelle ancora da verificare, è stata avviata una specifica procedura che porterà, con specifico provvedimento, all’attribuzione della rendita presunta sui fabbricati individuati come mai dichiarati in catasto. Ciò porterà ad una migliore coerenza tra i dati amministrativi-censuari e quelli reali, consentendo anche una lettura aggiornata dell’effettivo patrimonio abitativo, che sarà funzionale per le prossime edizioni de «Gli immobili in Italia».
Il processo avviato con la verifica degli “immobili fantasma” sarà di supporto, altresì, alle attività degli Enti locali finalizzate al contrasto dell’abusivismo edilizio.
In tal modo, il progetto “Gli immobili in Italia” proseguirà nel suo divenire con il prestigioso obiettivo di realizzare una più completa e rigorosa conoscenza del patrimonio immobiliare nazionale, rendendo possibili migliori analisi statistico-economiche necessarie per lo sviluppo di sistemi evoluti di governo del territorio...”.
Un coinvolgimento dei Comuni potrebbe ridurre i tempi necessari all’allineamento dei dati. A tal proposito segnalo il protocollo di intesa sottoscritto tra l’Agenzia del Territorio e il Comune di Bari.  

giovedì 25 agosto 2011

Novità in materia di cubature edificabili.

Sul Sole 24 Ore compaiono due articoli che trattano l'intricato tema delle cessioni di cubatura e delle novità introdotte dal Decreto Sviluppo:

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-08-24/cubatura-libera-vendita-064029.shtml?uuid=AaRGHXyD

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-08-24/volumi-edificatori-saranno-ipotecabili-170043.shtml?uuid=AaPCphyD

In particolare il secondo articolo descrive come realizzabile in un prossimo futuro la possibilità per le banche di ipotecare la sola cubatura di un terreno. Resta da chiarire come ciò si sposa con l'eventualità che il terreno possa regredire ad agricolo (o possano variare in diminuzione gli indici).