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domenica 9 ottobre 2011

Condividere casa.

Chi ha detto che a condividere un appartamento sono solo gli studenti universitari? Ormai, da qualche anno, soprattutto nelle grandi città, il fenomeno della condivisione sta diventando una necessità anche per i giovani non più studenti ma che hanno redditi troppo bassi per permettersi da soli un mutuo o un affitto.

Secondo quanto contenuto in un articolo comparso sul portale idealista.it nell’ultimo anno le richieste di stanze da affittare in condivisione con altri inquilini sono aumentate del 327% mentre l’offerta fa registrare un aumento dell’85%.

“Da fenomeno tipicamente studentesco, negli anni la coabitazione è divenuta un trend tra gli under 35 - dice Vincenzo De Tommaso, responsabile ufficio studi di Idealista.it -. La crisi picchia duro sulle nuove generazioni, così l’affitto in condivisione è divenuta l’unica strada da percorrere per un giovane che vuole lasciare la casa dei propri genitori”.

Quanto costa affittare una stanza? Nel capoluogo meneghino una stanza in media costa 442 euro con punte di 800 euro al centro o nelle zone più ambiate (Navigli-Bocconi, Garibaldi-Porta Venezia e il centro storico), a Roma si pagano per una stanza circa 404 euro mensili fino ad un massimo di 700 euro nella zona centrale. A Firenze ci vogliono in media 336 euro per prendere una stanza, a Bologna 307 e a Torino 301 euro. In fondo alla classifica, tra le città più economiche si trova il capoluogo siciliano, dove affittare una stanza costa circa 179 euro al mese.

Se la condivisione di una stanza è diventata una consuetudine da parte dei giovani per risparmiare, gli anziani invece cercano di monetizzare il loro immobile attraverso la vendita di nuda proprietà.
Un escamotage, questo, che ha visto una crescita del 6% durante il 2010 nelle 10 grandi città italiane e che secondo un'indagine svolta da Scenari Immobiliari dovrebbe aumentare fra il 4% e il 7%. Un effetto combinato sia dalla domanda di risparmiatori che vogliono investire il proprio capitale acquistando un appartamento ad un prezzo decisamente inferiore e all’offerta di proprietari  anziani che cercano di trovare forme di integrazione al loro reddito visto che le pensione non basta più.

Nuda proprietà: in cosa consiste
La vendita in nuda proprietà consiste nella vendita dell’immobile pur continuando a viverci finché si rimane in vita: è come se la casa fosse divisa in due: da una parte l’usufrutto, il diritto di utilizzare la casa fino a che si è in vita, dall’altra la nuda proprietà, la proprietà senza il diritto di utilizzo. Alla morte dell’usufruttuario la nuda proprietà e l’usufrutto si riuniscono e si ricompone la piena proprietà. Sarà a questo punto che l’acquirente avrà il diritto di poter abitare la casa. Con questa forma di investimento immobiliare si può ottenere una riduzione del prezzo della casa che va dal 25%  fino al 40-50% rispetto alle quotazioni di mercato.

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